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Rapporto INAIL 2020-2023: picco di contagi tra i vaccinati nel settore sanitario

I dati INAIL  sulle denunce di infortunio da COVID-19 risultanti dal rapporto pubblicato lo scorso 26 maggio e relativo al periodo febbraio 2020 - 30 aprile 2023 mostrano l'andamento deile infezioni da virus confermando, ancora una volta, l'inefficacia del super green pass e dell'obbligo vaccinale.
I dati  dimostrano che, in concomitanza con l'obbligo vaccinale, vi sono stati aumenti di denunce da contagio proprio in tutti quei settori che, come quello sanitario o quello degli over 50, erano obbligati alla vaccinazione per poter ottenere il super green pass e di conseguenza poter accedere al posto di lavoro.
Nel periodo febbraio 2020 - aprile 2023 il 38% delle denunce  riguarda i tecnici della salute (82,3% delle quali relative agli Infermieri). Maggiormente colpiti operatori socio sanitari (16,1%), i medici (9,4%),  operatori socio assistenziali (5,3%), personale di servizi sanitari non  qualificato (4,4%) , specialisti nella scienza della vista (0,6%).
L'elaborazione grafica confronta le percentuali delle denuce per infortunio Covid dell'anno 2021 in rapporto agli stessi mesi dell'anno 2022: i risultati del confronto sono sconcertanti e si registrano aumenti superiori al 300%.
Se il vaccino anti Covid, come abbiamo sempre sostenuto, non era idoneo alla prevenzione dell'infezione allora a cosa è servito l'obbligo vaccinale? A cosa è servita la compressione dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Carta Costituzionale?  
Qual'è la vostra opinione?

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C.P.
4 Giugno 2023

(Fonte: Quotidiano LA VERITA' edizione 2 giugno 2023)


"Così si uccide questo vaccino"

"così si uccide questo vaccino"
Da uno scambio di mail interne dell'Agenzia del farmaco emerge questa frase - a dir poco scioccante - scritta in un messaggio da Nicola Magrini, ex direttore di AIFA nel commentare la segnalazione , da parte di un esperto interlocutore, circa gli effetti avversi dei vaccini anti covid ed in particolare del vaccino Astrazeneca.
Questo è quanto riportato nel corso della trasmissione di Mario Giordano, "Fuori dal Coro" di ieri sera - martedi 28 marzo, che ha mostrato in esclusiva il documento contenente i messaggi in questione con la relativa replica di Magrini. Lo scambio di documenti dimostrerebbe che AIFA era al corrente degli effetti avversi che cominciavano a registrarsi a poche settimane dall'inizio della vaccinazione. Giungevano all'agenzia numerose segnalazioni di eventi avversi post vaccino in persone che erano già guarite dal Covid e quindi tutti erano al corrente circa i rischi nella vaccinazione dei guariti. Ma nonostante ciò questi rischi sarebbero stati ignorati e molti avrebbero pagato le conseguenze di questa scelta.
Numerosi sono stati, infatti, gli interventi e le testimonianze nel corso della trasmissione da parte di persone che hanno raccontato le storie dei propri cari, persone sanissime, che già dopo le prime dosi di vaccino avevano registrato reazioni avverse tanto gravi da provocare loro una invalidità totale o financo il decesso.
Nascondere o non considerare le reazioni avverse per continuare la campagna vaccinale? Ignorare i rischi per non uccidere il vaccino?
Cosa ne pensate voi?

C.P.
29/03/2023
(fonte: La Verità 29 marzo 2023, Fuori dal Coro 28.03.2023)

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Sanzioni per over 50 - Sentenza Giudice di Pace di Velletri nr 721 del 21.03.2023

E' stata pubblicata il 21 marzo scorso la sentenza nr 721 /2023 del Giudice di Pace di Velletri a seguito del ricorso depositato da un comune cittadino avverso l'irrogazione della sanzione ex art 4 sexies comma 3 del D.L. 44/2021 che prevede il pagamento della somma di € 100,00  per tutti coloro che non hanno dato inizio al ciclo vaccinale contro il Covid 19.
Il ricorso, che riguarda l'opposizione all'intimazione di addebito della citata sanzione, è stato accolto e ritenuto fondato dal giudicante per mancanza di legittimazione attiva atteso che la sanzione è effettuata dal Ministero della Salute per tramite dell'Agenzia delle Entrate.    
Per questo motivo il Giudice di Pace ha condannato Agenzia delle Entrate ( contumace nel procedimento)  al pagamento delle spese di lite dichiarando l'illegittimità della sanzione.
Senza nulla togliere alla bella notizia ma al fine di evitare fraintendimenti che possono sorgere a seguito di numerosi e fuorvianti titoli che, da qualche giorno, appaiono sui social, pare opportuno sottolineare che il provvedimento adottato dal giudicante non riguarda l'illegittimità costituzionale dell'obbligo vaccinale, bensì l'illegittimità della sanzione per carenza  di legittimazione attiva quale questione preliminare ed assorbente rispetto ad eventuali altri elementi contenuti nel ricorso.
Potete leggere il testo della decisione scaricando il PDF alla sezione documenti del nostro sito (https://www.tutelacostituzionale.it/documenti-pdf/index )
E voi che cosa ne pensate?

C.P.
25.03.2023

Conte e Speranza nel mirino degli inquirenti. Si indaga per eventuali responsabilità

L'ex premier Giuseppe Conte e l'ex Ministro Roberto Speranza sarebbero tra gli indagati  - a livello politico, scientifico, istituzionale e locale - della procura nell'indagine sulla primissima gestione della pandemia oltre a Gallera, Miozzo, Brusaferro, Borrelli e Locatelli. Le loro posizioni risulterebbero separate e saranno valutate dal Tribunale  dei Ministri di Brescia.
L'inchiesta, iniziata nel bergamasco è surata oltre tre anni, mira a fare luce sulle eventuali responsabilità o la correttezza delle azioni messe in campo per la gestione dello stato di emergenza.
Migliaia pagine ed atti processuali d cui potrebbero emergere notizie interessanti.
E voi che cosa ne pensate?

C.P. 
3 marzo 2023
(fonte AGI)

LA NATURA GRAVEMENTE DISCRIMINATORIA DELLA NORMATIVA SULLA CERTIFICAZIONE SANITARIA VERDE (CD GREEN PASS) PER VIOLAZIONE DEGLI ARTT. 3, 13 E 32 COST.

Come ormai è a tutti noto il Governo ha introdotto una disposizione con cui vorrebbe vietare ai cittadini, privi di green pass, di svolgere alcune attività della normale vita sociale.
Il green pass viene rilasciato a chi ha fatto il vaccino od il tampone, oltre a chi si è fatto registrare negli archivi sanitari come "guarito" dal Covid 19.
Al di là della tecnica normativa, che appare inidonea a raggiungere lo scopo voluto dal legislatore, al di là del fatto che il CD green pass è assolutamente insufficiente a certificare l'assenza di "patogeni", considerato che, ad esempio, non è rilasciato a chi è guarito, ma non si è fatto registrare dagli archivi sanitari, è indubbio che questa normativa sia la più grave discriminazione legislativa che lo Stato Italiano abbia mai conosciuto sin dalla sua nascita e sicuramente la più grave discriminazione legislativa dopo l'approvazione della Costituzione della Repubblica, tra i cui scopi principali aveva proprio quello di vietare con l'art. 3 le leggi discriminatorie.
Ciò invece è accaduto in questi giorni con il più grave attacco alla Costituzione della Repubblica, gettata nei cestini della immondizia e calpestata da un manipolo di uomini senza scrupoli incapaci di difendere il Bene comune. Questa legislazione sul green pass è ben più grave delle legislazioni discriminatorie razziali, come quelle fasciste, o sessuali, come quelle ottocentesche che vietavano il voto alle donne.
Perché discriminare nell'esercizio delle facoltà e dei diritti costituzionali e personali al lavoro art. 4) per i docenti, tralasciando in questa sede il discorso sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari, o alla propria formazione culturale, impedendo di andare a teatro o al cinema, o alla salute impedendo attività natatorie o in centri sportivi, sulla base della condizione personale di scelta di una determinata terapia sanitaria ( vaccino o tampone) costituisce una discriminazione ben più forte di quella razziale o sessuale che comunque erano fondate su un dato oggettivo di diversità, ancorché deprecabile, come la diversità di razza o di pelle o di sesso.
Qui invece la discriminazione operata dalla legge è fondata esclusivamente sulla condizione personale di vaccinato o tamponato o guarito che attiene ad una inattaccabile sfera individuale ed opinabile di scelta terapeutica, e che nulla riguarda la salute collettiva e quindi viola apertamente la ratio e la lettera dell'art. 3 Cost. ove stabilisce "che la legge è uguale per tutti senza distinzione di ... condizione personale", oltre alle norme citate in epigrafe, limitando per legge la libertà personale e obbligando ad un trattamento sanitario
L'augurio per il Bene del nostro Popolo e che la Corte Costituzionale ponga rimedio, comunque parziale, perché questi gravi atti illegittimi mettono ormai a rischio, dopo quasi un anno e mezzo di comportamenti contrari alla Costituzione accertati dalla Magistratura, la stessa convivenza civile.

Avv. Emilio Manganiello

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

Forse non tutti sanno che non esiste alcun obbligo di portare la mascherina anche all’aperto.

Forse le persone sono tratte in inganno dalle informazioni contraddittorie che vengono replicate dagli organi di stampa.

Non piu’ tardi di questa mattina, su canale 5, al notiziario delle ore 7:03, veniva data l’informazione che da oggi tutte le regioni ( ad eccezione della Valle d’Aosta) sono gialle e che permane l’obbligo della mascherina. Mentre la voce fuori campo narrava la notizia scorrevano immagini di persone all’aria aperta con la mascherina sul volto.

Non esiste – ne’ e’ mai esistito – l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto.

L’obbligo esiste solo nel caso in cui, per le condizioni di tempo e di luogo, non sia garantita la possibilita’ di mantenere una condizione di distanziamento dalle altre persone.

Neppure all’inizio della “pandemia” qualcuno ha pensato di poter imporre l’obbligo della mascherina all’aperto.

Le persone sono consapevoli o non lo sono?

Sarebbe doveroso che gli organi di stampa comunicassero la notizia in modo completo ed esaustivo ma cio’ non accade e questo e’, con ogni probabilita’, il motivo per cui e’ diventata consuetudine vedere persone che indossano la mascherina anche mentre guidano, da sole, in auto.

24 maggio 2021
Ufficio stampa Tutela Costituzionale


INDIA E MANIPOLAZIONI MEDIATICHE

In questi giorni leggiamo titoli, sui principali quotidiani, che descrivono la situazione sanitaria in India con frasi del seguente tenore:

Covid, Nuovo record in India: 3.645 morti in un giorno ( ANSA, 29 aprile 2021);

Covid, Speranza firma la nuova ordinanza per arrivi da India e Bangladesh...
Visto l'aumento dei casi nel subcontinente indiano e la difficoltà con cui in India e in Bangladesh si cerca di far fronte alla pandemia, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha firmato una nuova ordinanza che vieta l'ingresso..( La Repubblica, 28 aprile 2021);

India ancora record per morti e contagi, a Roma atterra volo con 23 positivi.. ( Huffington Post, 29 aprile 2021);

Covid in India: superati i 200 mila morti. Dramma posti letto e ossigeno...(Il Giorno, 29 aprile 2021 );

Questo per fare solo alcuni esempi.

Se, però andiamo ad analizzare i numeri, facendo ricorso ai dati disponibili sul sito dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità che, al di là di ogni ragionevole dubbio, è certamente fonte super partes questi sono i dati che emergono:
Italia 
Morti totale cumulativo :  119. 912  
Morti segnalate nelle ultime 24 ore : 373

India
Morti totale cumulativo    201.187
Morti segnalate nelle ultime 24 ore 3293  

Di seguito il link https://covid19.who.int/table a cui far riferimento per riscontrare i dati appena indicati.

Quanti abitanti hanno rispettivamente le due Nazioni.?
 Italia 60.360.000 ;
.India 1.366 .000.000 ;

Ciò significa che l'India ha circa 22,63 volte gli abitanti dell'Italia il che porterebbe a concludere che la situazione sia molto più drammatica in Italia che in India.
Nelle ultime 24 ore gli indiani hanno avuto 8,82 volte i deceduti dell'Italia pur avendo 22,63 volte la ns. popolazione e, pur ammettendo che stanno vivendo una recrudescenza del virus, dall'inizio dell' emergenza Covid 19 hanno subito perdite, sempre secondo i dati OMS, solo circa 2 volte quelle italiane.

29 aprile 2021
Ufficio stampa Tutela Costituzionale




ORDINANZE, ORDINI DEL GIORNO E RICORSI (mai al buon senso)

Il 2 marzo 2021, la sezione Terza Quater del TAR Lazio con ordinanza cautelare ha sospeso la nota AIFA del 9 dicembre 2020 contenente così come riportato testualmente “principi di gestione dei casi Covid19 nel setting domiciliare” nella parte in cui nei giorni di malattia da Sars-covid, prevede unicamente una “vigilante attesa” e somministrazione di fans e paracetamolo e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da covid.

In altre parole, il Tribunale Amministrativo ha ritenuto che non dovesse essere applicata, seppur in via cautelare e d’urgenza, la parte della nota in cui veniva data indicazione di curare, i primi giorni di malattia da Sars-covid, attraverso una c.d. una “vigilante attesa” e somministrazione di fans e paracetamolo, e nella parte in cui pone indicazioni di non utilizzo di tutti i farmaci generalmente utilizzati dai medici di medicina generale per i pazienti affetti da covid.

La parte motiva dell’ordinanza evidenziava la fondatezza della richiesta, “…in relazione alla circostanza che i ricorrenti fanno valere il proprio diritto/dovere, avente giuridica rilevanza sia in sede civile che penale, di prescrivere i farmaci che essi ritengono più opportuni secondo scienza e coscienza, e che non può essere compresso nell’ottica di una attesa, potenzialmente pregiudizievole sia per il paziente che, sebbene sotto profili diversi, per i medici stessi…”.
 In considerazione di ciò, il 7 aprile il Senato durante la 312 seduta ha discusso un ordine del giorno che impegnava il Governo ad aggiornare, tramite l'Istituto superiore di sanità, agenas ed Aifa, i protocolli e linee guida per la presa in carico domiciliare dei pazienti Covid 19 tenuto conto di tutte le esperienze dei professionisti impegnati sul campo, l'ordine del giorno è stato poi approvato all'unanimità durante la seduta 313 del 8 aprile 2021.

Ciononostante, anche questa volta, è stata sottovalutata la pervicacia del Ministro della Salute che, come diffuso da fonti di stampa, sembra aver depositato, insieme all'AIFA un ricorso contro l'ordinanza del TAR Lazio.

A questo punto, la maggiore libertà che sembrava essere stata riconosciuta ai medici di scegliere la cura ritenuta più idonea – secondo scienza e coscienza – è stata nuovamente limitata e dovremo attendere, per conoscere gli esiti processuali, la data del 20 luglio 2021 in cui è stata fissata la trattazione nel merito della controversia.


28 Aprile 2021

Ufficio Stampa di Tutela Costituzionale

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